Oibò Sono Morto

C’è un uomo. Cammina per strada. E lì sta passando una bella donna. L’uomo si volta guardarla. Passa una macchina, lo investe, muore. La sua anima lascia il corpo e si mette a guardare quello che succede. Il trambusto intorno a lui, l’ambulanza l’ospedale. In ospedale. c’è una donna Intorno a lei i parenti che cercano di trattenerla con il loro amore. E l’anima dell’uomo che ha seguito invano il suo corpo, la vede e se innamora. E si mette ad aspettala. Finalmente per lui, purtroppo per lei, eccola che arriva. Comincia così una storia d’amore. Senza paura di retorica, la storia di due anime. Anime che guardano al loro passato con stupore e struggimento e al loro futuro senza possibilità di costruzione, ma intanto “vivono” quel presente. Oibò sono morto è una riflessione sul senso della vita. Sul superamento della paura
attraverso la fede nella vita. Lo stile tragicomico e leggero del racconto lo rende adatto a un pubblico vasto. La semplicità della messa in scena e il mestiere dei due attori rende lo spettacolo agibile negli spazi più vari.

di Giovanna Mori e Jacob Olesen


Collaborazione artistica: Giovanni Calò, Mario Guiducci.
Disegno luce: Luca Febbraro.