Marocchinate

Lo spettacolo racconta i terribili giorni decisivi e successivi allo sfondamento da parte degli Alleati della linea di Montecassino, ultimo
baluardo tedesco. Apparentemente la guerra è finita e l’Italia è libera, ma non per le popolazioni di gran parte del basso Lazio.
“Aspettavamo ji salvatori… so’ arrivati ji diavoli”.
Un’altra di quelle storie che se non sei di quelle parti non la conosci. Successa in una terra che se non hai parenti o amici, non ci vai. Siamo in
un paese della Ciociaria e Angelino, pastore locale, ci racconta la semplice ma faticosa vita contadina della sua zona prima della guerra. Vita che viene sconvolta con l’arrivo delle truppe Marocchine, aggregate agli Alleati, alle quali viene affidato il compito di entrare nella rocciosa difesa tedesca. Ottemperano il loro compito e “le truppe di colore” come ricompensa ottengono il “diritto di preda” contro la popolazione civile. 50 ore di carta bianca, 50 ore in cui fanno razzia di tutto quello che trovano: oro, case, vino, bestie, ma soprattutto donne. Sono migliaia le donne che verranno stuprate e uccise nella primavera del ’44, dai soldati marocchini. Tra queste c’è Silvina la moglie di Angelino, che diventerà anch’essa una “Marocchinata”. Lo spettacolo ha lo scopo di rispolverare i gravi fatti della Ciociaria del ’44, per non dimenticare le migliaia di donne vittime di quelle violenze. Con l’obiettivo che le loro parole diventino le nostre parole, diventino la nostra storia.

di Simone Cristicchi e Ariele Vincenti


regia Nicola Pistoia